E' vero. Quando qualcuno ti racconta la propria storia, soprattutto i momenti peggiori, sta facendo semplicemente una cosa: un avvertimento. Qui è dove non voglio tornare, questo è quello che non voglio doverti raccontare di nuovo in futuro.
The Marble Index è il secondo disco da solista di Nico, dopo l'esperienza con i Velvet Underground. È un breve ma intenso peregrinare, in discesa, nelle profondità di questa artista, sempre più giù, guidati da una luce che via via diventa sempre più fioca, fino a farci cercare il giusto percorso con le braccia tese a anticipare qualsiasi ostacolo.
Compagni di questo viaggio sono la voce della musicista tedesca, che si pone come un ricordo, pronto a mettere in guardia l'ascoltatore; l'harmonium suonato da lei stessa, un drone al quale aggrapparsi nei momenti più difficili, nei quali si rischia di cadere, e infine, la viola di John Cale, seducente e altera che si manifesta come un miraggio alla fine del cammino. Qui però, non ci sono vie d'uscita, si va fino in fondo, affrontando l'inverno e la notte, nelle accezioni peggiori. The Marble Index è bucolico nel suo utilizzare strumenti e sapori ancestrali, ma non è per nulla rassicurante come potrebbe esserlo un'interpretazione e un suono folk più classico. Nico prende in prestito un pò di quella vita malsana e urbana che con il vecchio gruppo aveva raccontato, e la sposta in un tempo e in uno spazio che esistono solo nella propria esperienza personale.
The Marble Index è il secondo disco da solista di Nico, dopo l'esperienza con i Velvet Underground. È un breve ma intenso peregrinare, in discesa, nelle profondità di questa artista, sempre più giù, guidati da una luce che via via diventa sempre più fioca, fino a farci cercare il giusto percorso con le braccia tese a anticipare qualsiasi ostacolo.
Compagni di questo viaggio sono la voce della musicista tedesca, che si pone come un ricordo, pronto a mettere in guardia l'ascoltatore; l'harmonium suonato da lei stessa, un drone al quale aggrapparsi nei momenti più difficili, nei quali si rischia di cadere, e infine, la viola di John Cale, seducente e altera che si manifesta come un miraggio alla fine del cammino. Qui però, non ci sono vie d'uscita, si va fino in fondo, affrontando l'inverno e la notte, nelle accezioni peggiori. The Marble Index è bucolico nel suo utilizzare strumenti e sapori ancestrali, ma non è per nulla rassicurante come potrebbe esserlo un'interpretazione e un suono folk più classico. Nico prende in prestito un pò di quella vita malsana e urbana che con il vecchio gruppo aveva raccontato, e la sposta in un tempo e in uno spazio che esistono solo nella propria esperienza personale.
| l i n k |
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