20090327

JOANNA NEWSOM: YS

Primavera. E banalmente salta fuori questo disco, che appartiene a un mondo (folk) che mi appartiene solo in parte. Questo canzoni sono come delle fiabe, forse fanno parte di un mondo fantasy, ma sono incredibilmente moderne, attuali, ricche di magia ma anche di un discreto grado di mistero e ambiguità. Cinque canzoni, che vanno dai sette ai sedici (!) minuti. Epiche, ricche, multiformi, sembrano un flusso ininterrotto di pensieri, storie, leggende, miti, scorrevoli e mai pesanti. Storie d'amore, ambientate in un luogo senza tempo. 
C'è molta sperimentazione, un tentativo (riuscito) di andare oltre gli stilemi della canzone, di creare qualcosa di diverso con una voce femminile dolcissima, delicata, amara in alcuni frangenti, e un'arpa malinconica, dolce, che come un collante unisce il cantato e l'orchestra. 
Particolarmente importanti le orchestrazioni di Van Dike Parks, tra le cose più cinematiche che si possano sentire, sempre puntuali, mai invadenti. E' come sempre una questione di spazi, di proporzioni, di non scalvare il rigo, di soffermarsi un attimo prima di rovinare tutto. Potenzialmente un disco come questo poteva essere barocco, pomposo, eccessivo, ma a conti fatti questo rischi non si presenta mai. Raramente mi è capitato di ascoltare pezzi tanto lunghi senza stare a pensare in quale tortura mi fossi cacciato. Ys trasporta al suo interno decenni di tradizione musicale, americana, inglese, un peso enorme che lei riesce a rendere con incredibile leggerezza. Un fiume in piena, ricco di flussi, reflussi, rivoli, correnti che trascinano via chiunque sia disposto a lasciarsi trascinare.
Un viaggio, un'avventura stupefacente, non c'è luogo, non c'è tempo, c'è solamente uno dei dischi più belli che abbia mai ascoltato. Giuro. 
(Ah, in tutto questo non ho detto che Joanna è bellissima).

Balthazar Smith

1 commento:

Cecilia ha detto...

Only skin: non senti mai lo stesso giro di note per più di due volte. Più la ascolti e più sembra un brano sempre diverso.