20090213

Video On My Mind: ELLIOTT SMITH, LUCKY THREE

Paradossale. E' forse la prima volta che la parola lucky la trovo accostata a Elliott. Il numero tre si riferisce ai brani presenti in questa sorta di documentario di neanche una dozzina di minuti. Girato nel 1996 a Portland, da Jem Cohen il video riprende il mio amico alle prese con Between the bars, Thirteen (un pezzo dei Big Star che egli definì come la canzone perfetta) e infine Angeles. 
Qui non vi è nulla di più di quello che trovate nei primi tre dischi, fino a Either/Or per intenderci. Un'atmosfera casalinga, tranquilla solo in superficie dato che nel suo muoversi, nella voce, nei brani, in quella chitarra sempre in bilico tra un coltello e un cuore si avverte una tensione incombente. 
Dietro i finestrini delle macchine, tra un incrocio e il parcheggio di un supermercato di provincia americana, tra il b/n di ieri e i colori spenti di oggi c'è il mondo di Elliott.
In quello sguardo che alla fine si rivolge alla telecamera, sollevando leggermente le labbra, che sembra domandarsi cosa diavolo ci faccio io qui?, io continuo a chiedermi quante cose vi possono essere nascoste in un singolo essere umano. In quel frammento di video c'è tutto. E a volte penso di esserci anche io, in fondo, nello sfondo, tra un giardino e un palo della luce.
Per me, ora, è lucky thirteen. Lucky come può esserlo un incontro. Thirteen come quel giorno e questo giorno. Ma anche come Elliott che canta i Big Star.


Bastian Smith



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