20090126

NON SONO MEGLIO DI UNO SPECCHIO?

Capitava che ogni tanto avesse delle cose intime da dirmi. Non molto spesso effetivamente, ma quelle poche volte mi si apriva lo stomaco. Dalle nostre discussioni ne uscivo sempre, o quasi, malconcio.
Ero consolato dalla rara frequenza di queste aperture. Non potevo reggere tutti i suoi pensieri, data la mia scarsa capacità di distacco dalle parole altrui. Alcune cose non volevo sentirle, erano sconfortanti, mi demoralizzavo.
Cose che sapevo, di cui ero a conoscenza ma che trattavo con timorosa indifferenza; cose che nessuno al mondo vorrebbe sentire. Le davo per assodate, le vedevo da distante, me ne tenevo alla larga. Con lui questo non era possibile. In quei momenti.
Allora un giorno gli ho tappato la bocca. Non ne potevo più. Tutto quel peso su un ometto come me era troppo, e lui in fondo quale diritto aveva di rovinarmi la giornata? Certo, sono un codardo, un pavido, un cagasotto. Ma non c'è peggior cosa che far notare a qualcun'altro che qui le cose non vanno tanto bene.
Come l'ha presa?
Non mi ha più rivolto parola. Giuro. Mai più.
Mi manca. Lo ammetto. Ogni tanto quando sono da solo a casa, mi chiudo in bagno, accendo la luce, mi fisso allo specchio. Per interi minuti, zitto. Mi immagino di nuovo il suo viso, i capelli, le sue espressioni.
Appena lo riconosco attraverso me pronuncio una frase.
Fa tutto schifo.
Funziona.
Ma suona meglio.

Bastian Smith

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