20110406

B I B I O. AMBIVALENCE AVENUE

Che poi a me faceva sempre questo effetto. Mi ritrovavo sdraiato sul letto a fissare fuori dalla finestra, senza avere qualcosa a cui pensare. In realtà a qualcosa pensavo ma non erano cose di cui potermi considerare fiero. Erano cose differenti rispetto a quelle che le persone accettano di solito, cose che molto spesso gli altri cercano di lasciar andare, per non farle diventare un'ossessione. A me capitava di non pensarci tutto il giorno, fino a quando non rimanevo da solo. Solo in quel momento sentivo un certo torpore, una sensazione di pace, che riusciva a soverchiare un senso di confusione che con il passare del tempo diventava sempre più debole. Se qualcuno, chiunque dico io, avesse provato a entrare dentro la mia testa, si sarebbe accorto che quel luogo non era piacevole da frequentare. Io però non lo frequentavo, ci vivevo. Ne conoscevo ogni angolo, sapevo quando permettergli di intervenire e quando no. Avrei potuto lasciar andare molte cose della mia vita, ma tutto quello non lo mollai mai, perchè capii che rappresentava la parte più importante di me, quella che mi permetteva di continuare a avere uno spazio anche in un'altra realtà. Tutto quello che diventai in seguito non fu altro che una giusta proiezione di quei momenti, o come dico io, uan giusta falsificazione di quel me stesso che doveva andare incontro agli altri.

Balthazar Smith

-----> L I N K <-----

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