
Ascoltando questo disco mi è capitato di pensare che ogni strumento, ogni suono, riesce a essere valorizzato in quanto ne esiste un contrappunto, un sostegno, un elemento che ne possa definire l'utilità, la creatività o semplicemente l'effetto, e allo stesso tempo autodefinirsi. A suo modo, così come un mosaico, è anch'esso un meccanismo, o meglio: una composizione. Fortunatamente o meno, obbliga le chitarre a essere dipendenti dalla batteria, il basso dalla voce, e via così, creando una situazione che sembra in bilico, ma in realtà è sempre stabile, forte della sua presunta precarietà. Se togliamo un pezzo al mosaico l'immagine la intuiamo, ma non potremmo mai apprezzare il progetto che vi è dietro.
Balthazar Smith
-----> L I N K <-----
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