20110103

C i n e m a t i c O r c h e s t r a. MOTION

Album come questo, costruiti su una commistione tra generi, dagli anni novanta in poi ne sono capitati molti. Pochi però hanno saputo mostrare una tale eleganza e personalità. Con quest'ultimo termine intendo le asperità, gli umori più percussivi e taglienti che caratterizzano alcune di queste tracce. Immaginatevi una stanza con all'interno dei musicisti e i loro strumenti: contrabbasso, fiati, batteria, chitarra, il jazz e l'improvvisazione. Pavimento, soffitto e pareti di quel luogo. Alla porta però ecco bussare l'elettronica, entra e si mette in un angolo. Si guarda intorno, annusa, si sposta, passa tra un musicista e l'altro, tra le corde e i tasti. Non interrompe mai, e non si mette nemmeno in primo piano, ma con rispetto si fa sentire, capisce quando intervenire e quando no, quando dare un tocco un pò più acido o quando stendere un tappeto. E' grazie a questo equilibrio che il disco riesce a farsi strada, notturno come solamente questi due generi riescono a essere, e incredibilmente misterioso come un film noir fatto in musica. Un disco che è un vetro smerigliato, guardandoci dentro si può intuire ma mai effettivamente capire. E' il fascino di una proposta artistica che non ha nulla di didascalico, guidata da uno spirito fuggitivo, difficile da decifrare, sgusciante, forte di un immaginario visivo - prima ancora che musicale - ricco di riferimenti, colori e sfumature.

Balthazar Smith

-----> L I N K <-----

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