Gli Impressions sono il trio con il quale Curtis Mayfield ha iniziato a farsi conoscere a livello internazionale. Attraverso le loro radici gospel hanno inserito nella tradizione i modelli soul e r'n'b che tutte le generazioni successive di musicisti avrebbero imparato a riconoscere e utilizzare. Il loro percorso è costituito da brani d'amore ma anche da canzoni di impegno, nelle quali il gruppo di Chicago rivendica la propria posizione all'interno delle grandi battaglie sui diritti civili degli anni sessanta, con Martin Luther King nella testa e nel cuore. C'è la politica, la società, la vita, ma c'è anche Dio, vera e proprio guida spirituale, e non solamente etichetta da utilizzare di quando in quando. Speranza, gioia, voglia di costruire qualcosa di importante, sono questi i motivi che rendono queste canzoni eterne. Le stesse cose muteranno, o peggio, spariranno, nel decennio successivo, quando il sogno di pace aprirà le porte alla violenza e alla guerra. La fine dei figli dei fiori e di un'epoca, che troverà nei successivi dischi solisti di Mayfield un vero e proprio specchio dei tempi. Mentre negli Impressions le voci, gli archi e i fiati sono pop, vellutati, romantici e speranzosi, negli album in solitudine i toni si faranno diversamente spirituali, più barricaderi, funky, ritmici e acidi. C'è sempre Dio, ma è un Dio diverso, più consapevole e forse più terreno.
Balthazar Smith
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