20101124

M o v i e O n M y M i n d. L'ILLUSIONNISTE (Sylvain Chomet)

Sceneggiatura di Jacques Tati, regia e animazioni di Sylvain Chomet. Il risultato è un film che avvolge, affascina con i suoi colori e le sue atmosfere retrò (è ambientato alla fine degli anni cinquanta). L'illusionista - vera e propria proiezione animata di Tati - è un personaggio che vive la propria vita regalando magie a una società che corre troppo in fretta per poterle apprezzare. Fuori tempo massimo per il resto del mondo, ma ancora in tempo per regalare qualche sorriso. Vive gli ultimi scampoli della propria carriera - ma in questo caso si potrebbe dire vita, dato che le due cose vanno a braccetto - andando dove la sua abilità viene richiesta, perchè anche uno che gioca con la realtà deve inevitabilmente affrontarle ogni mattina e poi ogni sera. Con le sue gambe lunghe, la schiena che scricchiola la mattina e una ragazzina alla quale sembra voler regalare il mondo. In tutto questo il film è attuale, una sorta di Le luci della ribalta in versione Tati, ricco com'è di malinconia, ma soprattutto di una poesia che è senza tempo. Il suo girovagare in cerca di lavoro, il vivere in un'epoca che non sente possa appartenergli, sono elementi freschi e paradossalmente descrivono alla perfezione i nostri anni.
Le animazioni sono classe pura: eleganti, curate nei minimi dettagli, riescono nel raccontare un mondo e uno stato d'animo.
Personalmente è uno di quei film che vorrei non finissero mai. Se finiscono è solo per ricordarci quanto sia ingiusto uscire da una sala cinematografica in casi come questo.

Balthazar Smith

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