20100622

T h e V e r v e. URBAN HYMNS

In questa copertina c'è tutto. Le Clarks ai piedi di Richard Ashcroft, i capelli lunghi, le camicie e i jeans - anzi, quelle camicie, e quei jeans - le Adidas, gli alberi, l'erba e il cielo. C'è un preciso periodo storico, un suono, un'attitudine, ed è tutto qui. Tra un pezzo epico e uno a testa alta, uno slancio di orgoglio e un viaggio nello spazio, un trattato di intima coscienza e una denuncia, che si chiude in una camera e si apre al mondo. Quello che è presente in questo disco è straziante quanto può esserlo una chitarra suonata in questo modo, una batteria che in questo stato d'animo gira i bulloni della malinconia, una voce che detta l'orizzonte degli imprevisti, e che con essi prova a giocare. Semplicemente questo album è a un passo dal tirarti su il morale, e nello stesso istante a farti camminare in una velata nostalgia. Bittersweet, agrodolce, appunto.
L'attualità della vita.

Balthazar Smith

-----> L I N K <-----

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