20100510

A u t e c h r e. TRI REPETAE

Molto spesso parlando di musica elettronica vengono utilizzati termini quali: futuro, innovazione, tecnologia, paesaggi sonori, e quant'altro. All'interno di questo contenitore ricco di termini, uno che ho sempre trovato interessante è l'accostamento tra questa musica e il termine/concetto di spazio, intenso come luogo/ non luogo di proporzioni infinite, pianeti, galassie, stelle e quant'altro. Qualcosa di poco terrestre, di astratto, inarrivabile, ma soprattutto di sconosciuto all'uomo, e forse proprio per questo mi pare che possa essere simile a quello che si pone di fare questo genere musicale: aprire l'orizzonte, scoprire nuove frontiere, come un'astronauta o un semplice esploratore. Lo spazio di cui gli Autechre si appropriano non è pero solamente quello astronomico, ma è anche quello interiore. Posso dire, senza aver paura di esagerare, che c'erano sensazione che non conoscevo, punti nei quali non ero mai arrivato durante un ascolto, che sono riuscito a scoprire grazie a questo formidabile duo. Non è un disco semplice, con loro non lo è mai. Ogni volta però mi sento come un bambino che, pur di soddisfare la propria curiosità, si mette sopra una sedia, rischiando di cadere, per riuscire a raggiungere lo scaffale più irraggiungibile per vedere cosa c'è. Nel nostro piccolo, siamo anche noi viaggiatori dello spazio.

Balthazar Smith

-----> L I N K <-----

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