20090628

SULLA PSICOGEOGRAFIA, IL SIGNIFICATO DI DERIVA E IL SITUAZIONISMO




Forse sono un situazionista, psicogeografo. Nel caso lo fossi mi appunto alcuni concetti affascinanti.

Psicogeografia: studio degli effetti precisi dell'ambiente geografico, disposto coscientemente o meno, che agisce direttamente sul comportamento affettivo degli individui. Tale metodologia conduce ad una visione aspramente critica dell'utilizzo e lo sviluppo degli ambienti urbani, che vengono considerati una forma di coercizione da parte della classe dominante nei confronti dei cittadini. L'idea promossa da questa teoria è dunque la decostruzione degli spazi urbani e la costruzione di nuovi, cui caratteristiche principali siano breve durata, mutazione permanente e mobilità.

Da qui il concetto di Deriva.

La psicogeografia è un gioco e allo stesso tempo un metodo efficace per determinare le forme più adatte di decostruzione di una particolare zona metropolitana. La tecnica dell'esplorazione psicogeografica è la Deriva, che indica un passaggio improvviso attraverso ambienti diversi.

Per mettere in atto questa la Deriva Guy Debord suggerisce queste indicazioni:

Per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che SAPETE, ma in base a ciò che VEDETE intorno. Dovete essere STRANIATI e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l'alto, in modo da portare al centro del campo visivo l'ARCHITETTURA e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari.

La foto in alto è il manifesto dei situazionisti, coloro che volevano i quartieri stati d'animo. La correlazione tra psiche e ambiente. Le abitazioni e la città, il paesaggio come luogo esteriore che si riflette all'interno di ognuno di noi. Dovevo fare l'architetto. Trip!

p.s.= con l'aiuto di Wikipedia. :)

Balthazar Smith

1 commento:

Cecilia ha detto...

Quando ho seguito il corso di Geografia Culturale si è parlato più o meno di questi (interessanti) argomenti.
Ti consiglio "Geografie letterarie" di Maria De Fanis. E magari leggerti anche i miei appunti delle lezioni. ;-)