20090401

SIGUR ROS: AGAETIS BYRJUN


Sono cambiate molte cose.

Io avevo vent'anni, conoscevo poco di quello che mi circondava (adesso appena un pò di più, ma rimane sempre tutto un mistero), avevo qualche capello in più (ma non molti di più), avevo degli occhiali diversi, forse ero pure più cretino. Vivevo in un'altra città, conoscevo altre persone, poche sono rimaste le stesse di allora. Avevo un amico che me lo aveva fatto ascoltare, dopo che glielo chiesi, che adesso non vedo più. Non sempre si può e si deve andare d'accordo, suppongo.

Tante altre cose invece sono rimaste invariate. Prima di tutto la passione per questo disco, e per la terra dalla quale esso proviene: l'Islanda. La mia voglia di viaggiare è rimasta sempre uguale, ma poi si sa, per vari motivi non è sempre possibile farlo. O almeno, non posso cambiare città tanto spesso quanto io desidererei.

Una cosa è rimasta inalterata più di tutte. Cerco di sublimare questa mia necessità di spostarmi di zona in zona ascoltando, prima come adesso, questo disco. E' un discreto filtro per viaggiare con la mente, una sensazione veramente singolare, che solo questo album (e pochi altri) riescono a soddisfare.
D'altronde ascoltare musica è il tentativo di colmare alcune nostre necessità, di portarci in luoghi (fisici o mentali) che non possiamo realmente visitare.

Per visitare l'Islanda potete andare lì di persona (soluzione migliore, ma molto dispendiosa), guardarvi un documentario sull'Islanda (passabile), noleggiare Noi Albinoi (carino) oppure ascoltare questo disco, che a mio modo di vedere è l'album che ha creato negli ultimi anni l'immaginario più intenso sull'isola dei ghiacci.

Balthazar Smith

-----> L I N K <-----

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