20090121

SAM COOKE: NIGHT BEAT


Sam Cooke cantava A Change Is Gonna Come. Una canzone di protesta. Era il 1964.
Siamo nel 2009 e a distanza di quarantacinque anni un cambiamento pare essere arrivato, ma purtroppo non c'è lui a cantare per Obama.
Quello stesso anno, all'età di 33 anni morì in circostanze poco chiare, ucciso dalla proprietaria di un motel da due soldi. Pare per legittima difesa, di certo non si capisce come mai uno che stava bene economicamente e prenotava solo in prima classe si ritrovasse in un albergo di quel genere. Insomma, uno delle tante storie tragiche del mondo del soul, anche se Cooke non è mai stato uno come tanti.
Sam Cooke inizia come molti cantanti rhythm and blues nelle chiese, con il gospel nei Soul Stirrers e poi da solo. Una carriera di successo, ma di certo non facile. Dalla musica del Signore a quella del Diavolo, il pop, l'amore, il sacro contro il profano. Per uno figlio di un ministro della chiesa battista non una facile scelta professionale e umana: perdere i fan che lo seguivano come cantante gospel e mettere in discussione la sua stessa individualità.
Questo disco che vi propongo, Night Beat, è blues allo stato puro. Un disco che ha registrato dalle tre di notte in poi, per catturare quell'atmosfera raccolta, intima e malinconica che riesce a manifestarsi solo in determinati momenti della giornata. Un disco introspettivo, pieno di soul vero e con protagonista una voce unica, profonda, tecnicamente ineccepibile ma soprattutto, e questo è quello che conta, piena di espressività.
Come anticipa il primo pezzo Nobody Knows The Trouble That I've Seen. Non lo mettiamo in dubbio, Sam.

Bastian Smith

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