20100113

BRIAN ENO. Ambient 1. Music For Airports

La prima volta che ho letto il titolo di questo disco mi sono domandato cosa significasse. Poi l'ho messo nello stereo e pensavo al viaggio, alla mappa e alle coordinate sulla copertina, ma non riuscivo proprio a immaginarmi questi quattro brani che risuonavano con la loro grazia e discrezione all'interno di un aeroporto. Mi piaceva, sia ben chiaro, ma ero convinto che questa musica potesse suonare meglio in altri contesti - io ad esempio la associavo con una sala parto. L'unico modo per capire pienamente questo album era andare in aeroporto, fare il check in, aspettare che il gate aprisse e vedere che effetto faceva, e così feci la prima volta che ebbi l'opportunità di partire. Mi ricordo di aver tenuto il volume a un livello che mi permettesse di sentire anche qualche rumore di sottofondo - gli avvisi, la gente chiacchierare, le borse trascinate, i passi - e di aver pensato che nessun'altra cosa in vita mia mi era sembrata così adatta per descrivere un posto. Tutto suonava come sospeso, proprio come accade in un luogo del genere, tra un arrivo e una partenza, tra la terra e il cielo. Un posto dove gli uomini prendono coscienza dei loro limiti, si affidano a delle ali che non potranno mai avere e per qualche ora accarezzano l'idea di riuscire a volare. Allora capii che quella era musica per aeroporti.

Balthazar Smith

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